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La Cisal provinciale chiede una soluzione definitiva e chiama in causa Invitalia
Il blocco della produzione a Napoli per la Whirlpool preoccupa anche le aziende irpine che gravitano nell’orbita dello stabilimento. La multinazionale americana ha spiegato che i fondi concessi dal governo non bastano. Il colosso degli elettrodomestici considerava i 16 milioni di euro (previsti dal decreto sulle crisi aziendali) insufficienti per proseguire la sua attività nel sito campano. “Non sono bastate le lunghe contrattazioni chiuse al Ministero dello Sviluppo economico lo scorso anno. Il braccio di ferro tra azienda e il ministero dello Sviluppo economico è stato a dir poco infruttuoso. Oggi siamo preoccupati per i lavoratori e le aziende irpine” – ha spiegato Massimo Picone, segretario provinciale della Cisal Metalmeccanici che prosegue: “Esiste un indotto che va tutelato, dobbiamo lavorare ad un piano di intervento per salvaguardare il lavoro”. Gli stabilimenti irpini collegati alla Whirlpool si interrogano sul futuro, dopo che i vertici dell’azienda americana di elettrodomestici, nonostante gli accordi istituzionali stipulati con il governo nazionale e le parti sociali e le agevolazioni ricevute negli scorsi anni, ha preso una decisione che preoccupa i lavoratori. In Irpinia, nell’indotto Whirlpool lavorano circa 200 addetti, impegnati in tre aziende: Pasell, Cellublok e Scame Mediterranea. Anche Antonio Perillo, responsabile Alta Irpinia per le Medie Industrie della Cisal parla di crisi difficile da risolvere: “Non possiamo nascondere preoccupazione. L’intervento di Invitalia potrebbe essere risolutivo. L’attesa di nuovi acquirenti è una delle speranze con un soggetto terzo che ha il dovere di risolvere situazioni simili. Si tratta di Invitalia, l’Agenzia nazionale per lo sviluppo, di proprietà del Ministero dell’Economia. Dovrebbe dare impulso alla crescita economica del Paese, puntando sui settori strategici per lo sviluppo e l’occupazione. L’ente guidato da Domenico Arcuri è impegnato nel rilancio delle aree di crisi e opera soprattutto nel Mezzogiorno. Nella vertenza Whirlpool oggi ha il compito di riconvertire l’area industriale trovando nuovi acquirenti. Va evitata la dismissione dello stabilimento. Pochi giorni fa Invitalia ha affermato che l’obiettivo è quello di arrivare entro il 31 luglio con soluzioni concrete supportate da business plan per la reindustrializzazione della Whirlpool di Napoli in attesa di nuovi acquirenti. Per il nostro sindacato vanno individuate misure utili alla continuità della produzione delle lavatrici per il sito di Napoli Est, salvaguardando il lavoro anche nella Aziende collegate”.

La Cisal provinciale chiede una soluzione definitiva e chiama in causa Invitalia
Il blocco della produzione a Napoli per la Whirlpool preoccupa anche le aziende irpine che gravitano nell’orbita dello stabilimento. La multinazionale americana ha spiegato che i fondi concessi dal governo non bastano. Il colosso degli elettrodomestici considerava i 16 milioni di euro (previsti dal decreto sulle crisi aziendali) insufficienti per proseguire la sua attività nel sito campano. “Non sono bastate le lunghe contrattazioni chiuse al Ministero dello Sviluppo economico lo scorso anno. Il braccio di ferro tra azienda e il ministero dello Sviluppo economico è stato a dir poco infruttuoso. Oggi siamo preoccupati per i lavoratori e le aziende irpine” – ha spiegato Massimo Picone, segretario provinciale della Cisal Metalmeccanici che prosegue: “Esiste un indotto che va tutelato, dobbiamo lavorare ad un piano di intervento per salvaguardare il lavoro”. Gli stabilimenti irpini collegati alla Whirlpool si interrogano sul futuro, dopo che i vertici dell’azienda americana di elettrodomestici, nonostante gli accordi istituzionali stipulati con il governo nazionale e le parti sociali e le agevolazioni ricevute negli scorsi anni, ha preso una decisione che preoccupa i lavoratori. In Irpinia, nell’indotto Whirlpool lavorano circa 200 addetti, impegnati in tre aziende: Pasell, Cellublok e Scame Mediterranea. Anche Antonio Perillo, responsabile Alta Irpinia per le Medie Industrie della Cisal parla di crisi difficile da risolvere: “Non possiamo nascondere preoccupazione. L’intervento di Invitalia potrebbe essere risolutivo. L’attesa di nuovi acquirenti è una delle speranze con un soggetto terzo che ha il dovere di risolvere situazioni simili. Si tratta di Invitalia, l’Agenzia nazionale per lo sviluppo, di proprietà del Ministero dell’Economia. Dovrebbe dare impulso alla crescita economica del Paese, puntando sui settori strategici per lo sviluppo e l’occupazione. L’ente guidato da Domenico Arcuri è impegnato nel rilancio delle aree di crisi e opera soprattutto nel Mezzogiorno. Nella vertenza Whirlpool oggi ha il compito di riconvertire l’area industriale trovando nuovi acquirenti. Va evitata la dismissione dello stabilimento. Pochi giorni fa Invitalia ha affermato che l’obiettivo è quello di arrivare entro il 31 luglio con soluzioni concrete supportate da business plan per la reindustrializzazione della Whirlpool di Napoli in attesa di nuovi acquirenti. Per il nostro sindacato vanno individuate misure utili alla continuità della produzione delle lavatrici per il sito di Napoli Est, salvaguardando il lavoro anche nella Aziende collegate”.
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