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L’intervento di Alberto Antonetti, Segretario responsabile del Sindacato Indipendente Banca Centrale
Il complessivo trattamento del personale in Banca è composto da una pluralità di elementi: la retribuzione in busta paga, naturalmente. Il c.d. welfare aziendale (flexible benefits). I benefici che si possono avere (o non avere) dalla CSR. Il trattamento previdenziale. Gli alloggi di Banca. L’assistenza sanitaria, e mille altri aspetti.
Il welfare aziendale è certamente tra i più rilevanti, per due ragioni: primo, perché abbraccia tutto il personale, nessuno escluso. Secondo, perché sul piano delle risorse economiche teoricamente stanziate ogni anno ha pochi rivali, anche per l’effetto moltiplicatore della detassazione.
Come sempre, si tratta di negoziare tra parti che hanno legittimamente interessi, idee, punti di vista diversi. Ciò spiega perché la conclusione non è mai “tutto quello che avremmo voluto”, ma (ammesso che sia positiva) “tutto quello su cui, negoziando, siamo riusciti a trovare l’accordo con la controparte”.
Negli incontri negoziali tenuti finora, abbiamo superato vincoli che in questi anni hanno fortemente limitato la fruibilità del welfare aziendale per numerose categorie di soggetti, in modo particolare le famiglie con figli, i figli disabili, il personale in quiescenza.
Quali vincoli abbiamo eliminato? Non pochi!:
- via il limite della durata: tutti i crediti varranno per l’intero periodo contrattuale, senza scadenze anticipate;
- via le barriere per età & tipologia di istruzione: creazione di un unico “credito istruzione” senza limitazioni di età e tipologia di spesa, eliminando ad es. il vincolo di studio all’estero;
- via la separazione dei crediti tra fratelli o sorelle: piena fungibilità tra tutti i figli dei crediti istruzione;
- via i limiti ai rimborsi dei dispositivi elettronici nel credito istruzione;
- via la condizione del “carico Banca” per riconoscere il credito ai figli, ora ammessi tutti fino a 26 anni (riammettendo al credito welfare 300 ragazzi esclusi anche per pochi euro al mese!);
- via l’impedimento ai buoni spesa e alla mobilità sostenibile, per cui si potrà usare una quota del credito libero;
- via la barriera del credito figli disabili, che impediva il suo utilizzo per finalità di educazione e istruzione;
- via l’impedimento allo studio del dipendente (con il credito libero) o per avviamento al lavoro dei figli;
- via troppi limiti all’utilizzo del credito pensionati, che potranno ora utilizzarlo anche per finalità di assistenza sanitaria e molto altro, anche in termini di accessibilità e funzionalità del portale e dell’app.
E’ indubbio che un segnale per indirizzare positivamente il negoziato sia arrivato dal nuovo Vertice. Si tratta ora di completare l’ultimo miglio. Da un lato, agendo sul credito “base” di ogni dipendente, a prescindere dai figli: la cifra stabilita nel 2018-19 in 670 euro annui (ora rivalutati in 770 per l’IPCA del triennio) rappresenta una base troppo modesta, sia rispetto ad altre Autorità (esterne), sia rispetto a quanto comunque è stato riconosciuto negli anni, grazie a incrementi ottenuti in sede negoziale.
Dall’altro, consentendo il “trascinamento” dei crediti non spesi al nuovo periodo contrattuale. E’ una richiesta del tutto sensata, per due ragioni. La prima: la pandemia per due anni ha precluso determinate opportunità, e poi ha comunque reso meno “semplici” determinate scelte di spesa (pensiamo ai viaggi all’estero dei figli); la seconda, il fatto che se oggi tutti riconoscono il valore della proposta in termini di semplificazione, è perché certe barriere e vincoli erano oggettivamente eccessivi. Riammettere nel nuovo contratto alcune tipologie di spesa rimaste per lo più sulla carta rappresenterebbe il modo migliore per dare un avvio positivo al nuovo quadriennio di welfare. Sostenete il SIBC!
Alberto Antonetti, Segretario Responsabile SIBC – Sindacato Indipendente Banca Centrale

L’intervento di Alberto Antonetti, Segretario responsabile del Sindacato Indipendente Banca Centrale
Il complessivo trattamento del personale in Banca è composto da una pluralità di elementi: la retribuzione in busta paga, naturalmente. Il c.d. welfare aziendale (flexible benefits). I benefici che si possono avere (o non avere) dalla CSR. Il trattamento previdenziale. Gli alloggi di Banca. L’assistenza sanitaria, e mille altri aspetti.
Il welfare aziendale è certamente tra i più rilevanti, per due ragioni: primo, perché abbraccia tutto il personale, nessuno escluso. Secondo, perché sul piano delle risorse economiche teoricamente stanziate ogni anno ha pochi rivali, anche per l’effetto moltiplicatore della detassazione.
Come sempre, si tratta di negoziare tra parti che hanno legittimamente interessi, idee, punti di vista diversi. Ciò spiega perché la conclusione non è mai “tutto quello che avremmo voluto”, ma (ammesso che sia positiva) “tutto quello su cui, negoziando, siamo riusciti a trovare l’accordo con la controparte”.
Negli incontri negoziali tenuti finora, abbiamo superato vincoli che in questi anni hanno fortemente limitato la fruibilità del welfare aziendale per numerose categorie di soggetti, in modo particolare le famiglie con figli, i figli disabili, il personale in quiescenza.
Quali vincoli abbiamo eliminato? Non pochi!:
- via il limite della durata: tutti i crediti varranno per l’intero periodo contrattuale, senza scadenze anticipate;
- via le barriere per età & tipologia di istruzione: creazione di un unico “credito istruzione” senza limitazioni di età e tipologia di spesa, eliminando ad es. il vincolo di studio all’estero;
- via la separazione dei crediti tra fratelli o sorelle: piena fungibilità tra tutti i figli dei crediti istruzione;
- via i limiti ai rimborsi dei dispositivi elettronici nel credito istruzione;
- via la condizione del “carico Banca” per riconoscere il credito ai figli, ora ammessi tutti fino a 26 anni (riammettendo al credito welfare 300 ragazzi esclusi anche per pochi euro al mese!);
- via l’impedimento ai buoni spesa e alla mobilità sostenibile, per cui si potrà usare una quota del credito libero;
- via la barriera del credito figli disabili, che impediva il suo utilizzo per finalità di educazione e istruzione;
- via l’impedimento allo studio del dipendente (con il credito libero) o per avviamento al lavoro dei figli;
- via troppi limiti all’utilizzo del credito pensionati, che potranno ora utilizzarlo anche per finalità di assistenza sanitaria e molto altro, anche in termini di accessibilità e funzionalità del portale e dell’app.
E’ indubbio che un segnale per indirizzare positivamente il negoziato sia arrivato dal nuovo Vertice. Si tratta ora di completare l’ultimo miglio. Da un lato, agendo sul credito “base” di ogni dipendente, a prescindere dai figli: la cifra stabilita nel 2018-19 in 670 euro annui (ora rivalutati in 770 per l’IPCA del triennio) rappresenta una base troppo modesta, sia rispetto ad altre Autorità (esterne), sia rispetto a quanto comunque è stato riconosciuto negli anni, grazie a incrementi ottenuti in sede negoziale.
Dall’altro, consentendo il “trascinamento” dei crediti non spesi al nuovo periodo contrattuale. E’ una richiesta del tutto sensata, per due ragioni. La prima: la pandemia per due anni ha precluso determinate opportunità, e poi ha comunque reso meno “semplici” determinate scelte di spesa (pensiamo ai viaggi all’estero dei figli); la seconda, il fatto che se oggi tutti riconoscono il valore della proposta in termini di semplificazione, è perché certe barriere e vincoli erano oggettivamente eccessivi. Riammettere nel nuovo contratto alcune tipologie di spesa rimaste per lo più sulla carta rappresenterebbe il modo migliore per dare un avvio positivo al nuovo quadriennio di welfare. Sostenete il SIBC!
Alberto Antonetti, Segretario Responsabile SIBC – Sindacato Indipendente Banca Centrale
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