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Proposti temi riguardanti la modernizzazione dell’Istituto, lo sviluppo professionale del personale, la retribuzione e la valorizzazione della Rete territoriale
L’incontro con il Governatore della Banca d’Italia non è stato, né poteva essere, un incontro dai contenuti negoziali. E’ stato però un incontro positivo proprio in quanto “conoscitivo”.
Conoscitivo non della persona (che conoscevamo già) ma dello spirito con cui il neo Governatore intende gestire le questioni che incidono sul personale, e rapportarsi con le Organizzazioni che quel personale rappresentano. Da parte nostra, abbiamo proposto temi di merito e di metodo.
Nel merito, abbiamo sottolineato esigenze che riguardano il futuro immediato, e che dovrebbero vedere un’unità di intenti tra Amministrazione e sindacati: la modernizzazione dell’Istituto e la valorizzazione del suo personale. Obiettivi che possono essere tradotti in innumerevoli aspetti gestionali: gli inquadramenti del personale, lo sviluppo professionale dei colleghi, la retribuzione, il modo di lavorare in Banca. Volgere lo sguardo verso il futuro significa anche dire parole chiare sulle prospettive della Rete territoriale, le cui tante professionalità presenti, a tutti i livelli, meritano riconoscimento e valorizzazione.
Sul piano del metodo, abbiamo tenuto a sottolineare un aspetto spesso trascurato: i sindacati vanno ascoltati, non solo in quanto controparte da sopportare, ma perché portatori di una capacità di innovazione che produce effetti positivi non solo per il personale, ma anche per l’Istituto, per il posizionamento della Banca e la sua capacità di continuare ad attrarre dall’esterno le migliori eccellenze nel mercato del lavoro. Ne sono dimostrazione le più importanti riforme di questi anni, come gli accordi sul lavoro da remoto e, da ultimo, quello di rinnovo del contratto welfare, frutto di un lavoro comune dell’Amministrazione e delle principali Organizzazioni sindacali, riforme molto attrattive anche per le generazioni che si affacciano ai possibili concorsi.
Il Governatore ha dimostrato interesse per una visione non “passatista” della Banca, esprimendo una decisa apertura all’esigenza di mantenere l’Istituto al passo con i tempi, in un mondo in continua e veloce evoluzione.
In particolare, ha condiviso l’esigenza di un ripensamento del sistema di inquadramento, sul quale ha impegnato l’Amministrazione a una seria ripresa negoziale, e ha sottolineato l’importanza della Rete territoriale, che intenderebbe valorizzare nel suo complesso, anche attraverso nuovi compiti idonei a coinvolgere il personale addetto. Ciò non escluderebbe interventi, che sarebbero comunque limitati e – ci è parso di capire – non prioritari. Sui diversi temi in discussione, il Governatore ha espresso (e chiesto) un atteggiamento laico e pragmatico, basato sull’analisi della realtà e sul superamento dei tanti e reciproci pregiudizi che su numerosi versanti negoziali hanno, nel corso degli anni, impedito o limitato la capacità delle parti di procedere a un miglioramento dell’assetto normativo dell’Istituto e del benessere dei colleghi. Un nuovo metodo di lavoro comune sarebbe il benvenuto, se in grado di coniugare capacità di ascolto e attenzione alle istanze che provengono dal personale.
Spetta ora all’Amministrazione il compito di tradurre positivamente gli input ricevuti, e spetta a tutte le parti il compito di essere proattive per il bene dell’Istituto e di tutto il personale.
Alberto Antonetti – Segretario responsabile Sibc Cisal (Sindacato indipendente Banca Centrale)

Proposti temi riguardanti la modernizzazione dell’Istituto, lo sviluppo professionale del personale, la retribuzione e la valorizzazione della Rete territoriale
L’incontro con il Governatore della Banca d’Italia non è stato, né poteva essere, un incontro dai contenuti negoziali. E’ stato però un incontro positivo proprio in quanto “conoscitivo”.
Conoscitivo non della persona (che conoscevamo già) ma dello spirito con cui il neo Governatore intende gestire le questioni che incidono sul personale, e rapportarsi con le Organizzazioni che quel personale rappresentano. Da parte nostra, abbiamo proposto temi di merito e di metodo.
Nel merito, abbiamo sottolineato esigenze che riguardano il futuro immediato, e che dovrebbero vedere un’unità di intenti tra Amministrazione e sindacati: la modernizzazione dell’Istituto e la valorizzazione del suo personale. Obiettivi che possono essere tradotti in innumerevoli aspetti gestionali: gli inquadramenti del personale, lo sviluppo professionale dei colleghi, la retribuzione, il modo di lavorare in Banca. Volgere lo sguardo verso il futuro significa anche dire parole chiare sulle prospettive della Rete territoriale, le cui tante professionalità presenti, a tutti i livelli, meritano riconoscimento e valorizzazione.
Sul piano del metodo, abbiamo tenuto a sottolineare un aspetto spesso trascurato: i sindacati vanno ascoltati, non solo in quanto controparte da sopportare, ma perché portatori di una capacità di innovazione che produce effetti positivi non solo per il personale, ma anche per l’Istituto, per il posizionamento della Banca e la sua capacità di continuare ad attrarre dall’esterno le migliori eccellenze nel mercato del lavoro. Ne sono dimostrazione le più importanti riforme di questi anni, come gli accordi sul lavoro da remoto e, da ultimo, quello di rinnovo del contratto welfare, frutto di un lavoro comune dell’Amministrazione e delle principali Organizzazioni sindacali, riforme molto attrattive anche per le generazioni che si affacciano ai possibili concorsi.
Il Governatore ha dimostrato interesse per una visione non “passatista” della Banca, esprimendo una decisa apertura all’esigenza di mantenere l’Istituto al passo con i tempi, in un mondo in continua e veloce evoluzione.
In particolare, ha condiviso l’esigenza di un ripensamento del sistema di inquadramento, sul quale ha impegnato l’Amministrazione a una seria ripresa negoziale, e ha sottolineato l’importanza della Rete territoriale, che intenderebbe valorizzare nel suo complesso, anche attraverso nuovi compiti idonei a coinvolgere il personale addetto. Ciò non escluderebbe interventi, che sarebbero comunque limitati e – ci è parso di capire – non prioritari. Sui diversi temi in discussione, il Governatore ha espresso (e chiesto) un atteggiamento laico e pragmatico, basato sull’analisi della realtà e sul superamento dei tanti e reciproci pregiudizi che su numerosi versanti negoziali hanno, nel corso degli anni, impedito o limitato la capacità delle parti di procedere a un miglioramento dell’assetto normativo dell’Istituto e del benessere dei colleghi. Un nuovo metodo di lavoro comune sarebbe il benvenuto, se in grado di coniugare capacità di ascolto e attenzione alle istanze che provengono dal personale.
Spetta ora all’Amministrazione il compito di tradurre positivamente gli input ricevuti, e spetta a tutte le parti il compito di essere proattive per il bene dell’Istituto e di tutto il personale.
Alberto Antonetti – Segretario responsabile Sibc Cisal (Sindacato indipendente Banca Centrale)
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