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In Italia come in tutta Europa, la crescente carenza di autisti di autobus è diventata una questione di rilevanza continentale, con un impatto significativo sulla mobilità e sull’accessibilità ai servizi di trasporto pubblico.L’IRU, l’Unione Internazionale Trasporti Stradali, ha riferito che in Europa questa carenza è cresciuta del 54%, portando a una mancanza di 105.000 posti di guida, pari al 10% della popolazione totale di autisti professionisti.
“Se da una parte si esorta a offrire maggiori servizi per favorire e promuovere sistemi di mobilità eco-sostenibili e fronteggiare il sempre più diffuso utilizzo del mezzo privato, dall’altra sembra quasi ignorarsi il fatto che a condurre gli autobus siano gli autisti, la cui carenza ormai evidente rischia di mettere in ginocchio questa forma di mobilità essenziale per il Paese”. A dirlo è Mauro Mongelli segretario generale della Faisa Cisal, la Federazione Autonoma Italiana Sindacale degli Autoferrotranvieri, Internavigatori ed Ausiliari che da tempo si batte sul tema chiedendo a più riprese l’avvio di un focus risolutivo su questa emergenza:
“E’ sorprendente – aggiunge – come ci si stupisca del perché si verifichi la mancanza di autisti, ma quali e quanti genitori consiglierebbero oggi ai propri figli di intraprendere una carriera come autista di autobus – sottolinea Mongelli. Una professione spesso caratterizzata da salari bassi, elevate responsabilità, esposizione ad aggressioni fisiche e verbali, limitate opportunità di crescita professionale ed economica, barriere all’accesso costose e, in molti casi, ritmi di lavoro incompatibili con una vita sociale dignitosa. L’urgente necessità di risolvere questa emergenza – rimarca – richiede un approccio completo, la soluzione, infatti, non può limitarsi alla sola formazione, all’abbattimento dei costi di accesso alla professione o all’implementazione disorganica di sistemi incentivanti. Al contrario, deve iniziare con un significativo aumento dei salari e una riorganizzazione del lavoro che tenga conto delle esigenze moderne di conciliazione tra vita e lavoro per tutti gli operatori.
È inoltre fondamentale – aggiunge il segretario generale della Faisa Cisal – garantire adeguati livelli di sicurezza e protezione al fine di rendere nuovamente attraente questa professione storica e socialmente significativa. Ciò che preoccupa ulteriormente è l’approccio orientato alla concorrenza al ribasso invece di alzare i salari a livelli sostenibili. Questa sfida – chiosa – richiede un impegno congiunto da parte delle istituzioni, delle aziende e delle organizzazioni sindacali per affrontare in modo adeguato la crisi in atto”.
L’importanza di questa problematica sarà al centro del XIV Congresso Nazionale della Faisa-Cisal, che si terrà il 22-23 novembre a Roma. Durante l’evento, delegati, ospiti e istituzioni si confronteranno per cercare soluzioni sostenibili per affrontare questa emergenza e garantire un futuro migliore per il settore dei trasporti pubblici e per gli autisti di autobus in tutta Italia.
In Italia come in tutta Europa, la crescente carenza di autisti di autobus è diventata una questione di rilevanza continentale, con un impatto significativo sulla mobilità e sull’accessibilità ai servizi di trasporto pubblico.L’IRU, l’Unione Internazionale Trasporti Stradali, ha riferito che in Europa questa carenza è cresciuta del 54%, portando a una mancanza di 105.000 posti di guida, pari al 10% della popolazione totale di autisti professionisti.
“Se da una parte si esorta a offrire maggiori servizi per favorire e promuovere sistemi di mobilità eco-sostenibili e fronteggiare il sempre più diffuso utilizzo del mezzo privato, dall’altra sembra quasi ignorarsi il fatto che a condurre gli autobus siano gli autisti, la cui carenza ormai evidente rischia di mettere in ginocchio questa forma di mobilità essenziale per il Paese”. A dirlo è Mauro Mongelli segretario generale della Faisa Cisal, la Federazione Autonoma Italiana Sindacale degli Autoferrotranvieri, Internavigatori ed Ausiliari che da tempo si batte sul tema chiedendo a più riprese l’avvio di un focus risolutivo su questa emergenza:
“E’ sorprendente – aggiunge – come ci si stupisca del perché si verifichi la mancanza di autisti, ma quali e quanti genitori consiglierebbero oggi ai propri figli di intraprendere una carriera come autista di autobus – sottolinea Mongelli. Una professione spesso caratterizzata da salari bassi, elevate responsabilità, esposizione ad aggressioni fisiche e verbali, limitate opportunità di crescita professionale ed economica, barriere all’accesso costose e, in molti casi, ritmi di lavoro incompatibili con una vita sociale dignitosa. L’urgente necessità di risolvere questa emergenza – rimarca – richiede un approccio completo, la soluzione, infatti, non può limitarsi alla sola formazione, all’abbattimento dei costi di accesso alla professione o all’implementazione disorganica di sistemi incentivanti. Al contrario, deve iniziare con un significativo aumento dei salari e una riorganizzazione del lavoro che tenga conto delle esigenze moderne di conciliazione tra vita e lavoro per tutti gli operatori.
È inoltre fondamentale – aggiunge il segretario generale della Faisa Cisal – garantire adeguati livelli di sicurezza e protezione al fine di rendere nuovamente attraente questa professione storica e socialmente significativa. Ciò che preoccupa ulteriormente è l’approccio orientato alla concorrenza al ribasso invece di alzare i salari a livelli sostenibili. Questa sfida – chiosa – richiede un impegno congiunto da parte delle istituzioni, delle aziende e delle organizzazioni sindacali per affrontare in modo adeguato la crisi in atto”.
L’importanza di questa problematica sarà al centro del XIV Congresso Nazionale della Faisa-Cisal, che si terrà il 22-23 novembre a Roma. Durante l’evento, delegati, ospiti e istituzioni si confronteranno per cercare soluzioni sostenibili per affrontare questa emergenza e garantire un futuro migliore per il settore dei trasporti pubblici e per gli autisti di autobus in tutta Italia.
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