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L’intervento del segretario generale della Faisa Cisal nel corso del Consiglio nazionale Cisal a Rimini
Il Trasporto Pubblico Locale (TPL) rappresenta un elemento essenziale per garantire il diritto alla mobilità di tutti i cittadini e per favorire lo sviluppo equilibrato delle diverse aree del Paese. La sua importanza risiede non solo nell’efficienza e nell’accessibilità , ma anche nel suo contributo alla sostenibilità ambientale, fondamentale per il benessere delle generazioni future.
In vista dell’obiettivo della neutralità climatica entro il 2030, risulta imprescindibile una nuova visione orientata a un’economia più sostenibile sia dal punto di vista ambientale che sociale. In questo contesto, il TPL deve diventare protagonista di un processo di riduzione dell’uso dei mezzi privati, a favore di modalità collettive ed eco-sostenibili, come già indicato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Gli obiettivi del PNRR sono chiari: riduzione dei tempi di spostamento nelle aree metropolitane, completa sostituzione del parco autobus con mezzi elettrici o a idrogeno, aumento del 10% dell’uso di modalità di mobilità sostenibili e riduzione delle emissioni inquinanti. Tuttavia, affinché questi obiettivi possano essere raggiunti, è necessario che il TPL diventi una priorità nell’agenda politica nazionale, cosa che purtroppo non appare evidente nel recente Documento di Economia e Finanza (DEF) 2025.
Nonostante alcuni adeguamenti del Fondo Nazionale Trasporti (FNT) a partire dal 2022, le risorse attualmente disponibili restano insufficienti, soprattutto alla luce della riduzione dei fondi dal 2010, che ammonta a circa 1,5 miliardi di euro. Per garantire un servizio di qualità e favorire la transizione verde, è indispensabile un incremento immediato del fondo di almeno 700 milioni di euro, indicizzandolo al tasso di inflazione.
Il sistema di mobilità , per essere davvero efficiente ed efficace, deve anche rispondere alle esigenze dei lavoratori del settore. Migliorare le condizioni retributive e garantire una giusta conciliazione tra vita privata e lavoro sono aspetti fondamentali per mantenere alta l’attrattività delle professioni legate al TPL. Attualmente, il settore vive una profonda crisi dovuta alla carenza di risorse e a politiche gestionali inadeguate, che hanno causato il peggioramento delle condizioni lavorative degli operatori, in particolare dei conducenti, il cui numero è in calo a causa della mancanza di incentivi e delle mansioni usuranti.
Negli ultimi vent’anni, la perdita di circa tre rinnovi contrattuali ha ulteriormente aggravato la situazione economica dei lavoratori del settore, erodendo il loro potere d’acquisto. A fronte della scadenza del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) il 31 dicembre 2023 e delle difficoltà nel negoziato, le organizzazioni sindacali sono state costrette a proclamare due scioperi nazionali (18 luglio e 9 settembre). Ora, un nuovo sciopero di 24 ore è stato indetto per l’8 novembre, con una riduzione delle fasce di garanzia, per riaffermare l’urgenza di un intervento concreto delle Istituzioni.
È necessario che il rinnovo del CCNL diventi il primo passo per il rilancio del settore, rispondendo alle legittime richieste dei lavoratori per migliorare le loro condizioni e rendere nuovamente attrattive le professioni nel TPL. Senza un miglioramento delle condizioni lavorative e retributive, qualunque tentativo di migliorare il servizio e proseguire nella transizione ecologica rischia di fallire.
Chiediamo un impegno chiaro e immediato da parte delle Istituzioni per assicurare un futuro sostenibile ed equo per il Trasporto Pubblico Locale e per i suoi lavoratori.

L’intervento del segretario generale della Faisa Cisal nel corso del Consiglio nazionale Cisal a Rimini
Il Trasporto Pubblico Locale (TPL) rappresenta un elemento essenziale per garantire il diritto alla mobilità di tutti i cittadini e per favorire lo sviluppo equilibrato delle diverse aree del Paese. La sua importanza risiede non solo nell’efficienza e nell’accessibilità , ma anche nel suo contributo alla sostenibilità ambientale, fondamentale per il benessere delle generazioni future.
In vista dell’obiettivo della neutralità climatica entro il 2030, risulta imprescindibile una nuova visione orientata a un’economia più sostenibile sia dal punto di vista ambientale che sociale. In questo contesto, il TPL deve diventare protagonista di un processo di riduzione dell’uso dei mezzi privati, a favore di modalità collettive ed eco-sostenibili, come già indicato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Gli obiettivi del PNRR sono chiari: riduzione dei tempi di spostamento nelle aree metropolitane, completa sostituzione del parco autobus con mezzi elettrici o a idrogeno, aumento del 10% dell’uso di modalità di mobilità sostenibili e riduzione delle emissioni inquinanti. Tuttavia, affinché questi obiettivi possano essere raggiunti, è necessario che il TPL diventi una priorità nell’agenda politica nazionale, cosa che purtroppo non appare evidente nel recente Documento di Economia e Finanza (DEF) 2025.
Nonostante alcuni adeguamenti del Fondo Nazionale Trasporti (FNT) a partire dal 2022, le risorse attualmente disponibili restano insufficienti, soprattutto alla luce della riduzione dei fondi dal 2010, che ammonta a circa 1,5 miliardi di euro. Per garantire un servizio di qualità e favorire la transizione verde, è indispensabile un incremento immediato del fondo di almeno 700 milioni di euro, indicizzandolo al tasso di inflazione.
Il sistema di mobilità , per essere davvero efficiente ed efficace, deve anche rispondere alle esigenze dei lavoratori del settore. Migliorare le condizioni retributive e garantire una giusta conciliazione tra vita privata e lavoro sono aspetti fondamentali per mantenere alta l’attrattività delle professioni legate al TPL. Attualmente, il settore vive una profonda crisi dovuta alla carenza di risorse e a politiche gestionali inadeguate, che hanno causato il peggioramento delle condizioni lavorative degli operatori, in particolare dei conducenti, il cui numero è in calo a causa della mancanza di incentivi e delle mansioni usuranti.
Negli ultimi vent’anni, la perdita di circa tre rinnovi contrattuali ha ulteriormente aggravato la situazione economica dei lavoratori del settore, erodendo il loro potere d’acquisto. A fronte della scadenza del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) il 31 dicembre 2023 e delle difficoltà nel negoziato, le organizzazioni sindacali sono state costrette a proclamare due scioperi nazionali (18 luglio e 9 settembre). Ora, un nuovo sciopero di 24 ore è stato indetto per l’8 novembre, con una riduzione delle fasce di garanzia, per riaffermare l’urgenza di un intervento concreto delle Istituzioni.
È necessario che il rinnovo del CCNL diventi il primo passo per il rilancio del settore, rispondendo alle legittime richieste dei lavoratori per migliorare le loro condizioni e rendere nuovamente attrattive le professioni nel TPL. Senza un miglioramento delle condizioni lavorative e retributive, qualunque tentativo di migliorare il servizio e proseguire nella transizione ecologica rischia di fallire.
Chiediamo un impegno chiaro e immediato da parte delle Istituzioni per assicurare un futuro sostenibile ed equo per il Trasporto Pubblico Locale e per i suoi lavoratori.
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